«Ho fatto una vita normale. Sono andata a stare dai miei a Castel Bolognese, facevo colazione con mia madre, andavo in bici, vedevo i miei compagni di classe. Poi ho voluto imparare a fare le cose pratiche che di solito gli altri fanno per me: lavare i piatti, fare la lavatrice, la spesa e sapere quanto costa un litro di latte. Ero in grado di fare un piano marketing per un disco, ma non avevo idea di come pagare una bolletta: mi sentivo immatura».
Ora il «ritiro» nella sua Romagna è finito e, dopo una pausa di due anni, Laura Pausini torna con il suo undicesimo, attesissimo album, Inedito, preceduto da un singolo, Benvenuto, che ha fatto impazzire la Rete.
Vanity Fair l'ha seguita, tra un aereo, un hotel, uno studio televisivo e una folla di fan, nel tour promozionale in America Latina. Il risultato è la storia di copertina del numero in edicola dal 9 novembre. Dove Laura racconta i due anni in cui si è «fermata».
Per diventare madre: così, almeno, si è detto e scritto. «Più che altro, per tornare a essere figlia: vivo lontana da mia madre da quando avevo 18 anni. Però non lo nego, è vero che mi sono sempre immaginata mamma: due figli prima dei 30, dicevo da ragazza. Il fatto è che nella vita le cose non vanno mai come le progetti, anzi, spesso vanno esattamente al contrario. Fino a qualche anno fa ancora raccontavo a me stessa che questa vita da pop star sarebbe stata una parentesi nella mia esistenza, che in realtà ero nata per fare la moglie e mettere su famiglia. Oggi che ho 37 anni, non me la canto più: se sono in questa situazione – alla vigilia dell’undicesimo album e di un anno di tournée in tutto il mondo – probabilmente me la sono cercata. E sarei pazza a lamentarmi».
Eppure durante questi due anni si sono rincorse le voci che fosse davvero incinta.
«Perché ero ingrassata parecchio. Se sono rilassata mangio in continuazione, e le cene con gli amici d’infanzia,
in giro per la Romagna, non hanno aiutato. Mi hanno fotografato mentre ero al supermercato con mia mamma, hanno scritto che ero incinta, per strada la gente mi fermava, mi chiedeva di quanti mesi ero, mi metteva persino la mano sulla pancia. Oltre a pensare che mi stavano portando sfortuna – mica ero incinta – mi chiedevo: com’è che non capiscono? In quei momenti mi sono sentita molto vicina a Vanessa Incontrada, presa di mira sui giornali per i chili di troppo in gravidanza: dev’essere orrendo».
Un figlio resta nei suoi progetti?
«Assolutamente sì. Anche se non è un’urgenza immediata come alcuni possono pensare. Dopo questo anno di tour potrei anche prendermi un’altra pausa per avere la tranquillità che aiuta. Poi, se il bambino non dovesse venire, sono pronta a fare tutto quello che è necessario per averlo. Niente mi fermerà. E se non basterà, pazienza; ho già avuto molto dalla vita».
Che effetto ha fatto a sua madre, dopo tanti anni, averla di nuovo in casa?
«Era pazza di gioia, non riusciva a credere che avessi scelto lei invece del lavoro (...) Lei non voleva che facessi questo mestiere. Avrebbe preferito che diventassi maestra, che abitassi accanto a lei, che mettessi su famiglia. È ancora convinta che sarei stata molto più felice».
E lei che cosa pensa?
«Che forse ha ragione. Sono rimasta provinciale nell’anima».